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Covid 19 e vaccino antinfluenzale: tra scienza e pseudoscienza

Covid 19 e vaccino antinfluenzale: tra scienza e pseudoscienza

Uno studio di un gruppo di ricerca italiano smentisce la narrazione pseudoscientifca: il vaccino antinfluenzale potrebbe proteggere da Covid 19


Italia, primavera 2020. Nel picco della pandemia di Covid-19 scienziati e politici iniziano ad interrogarsi sull’eventualità di rendere obbligatorio (o promuovere con maggiore risolutezza) il vaccino antinfluenzale 2020/21.

Le motivazioni scientifiche a supporto di questa possibilità sono principalmente due: favorire la diagnosi differenziale e stimolare l’immunità crociata. Il problema della diagnosi differenziale è dovuto al fatto che Covid 19 e influenza condividono molti sintomi caratteristici (febbre, tosse etc.), rendendo di fatto impossibile distinguere tra le due malattie in assenza di uno specifico test per rilevare SARS-CoV-2. Un alto tasso di copertura vaccinale antinfluenzale consentirebbe di tracciare velocemente ed efficacemente i contagiati sintomatici: se sono vaccinato contro l’influenza ma sviluppo comunque sintomi influenzali ci sono buone probabilità che questi sintomi siano causati da altro, e potenzialmente dal SARS-CoV-2 (anche se è necessario ricordare che l’efficacia dei vaccini antinfluenzali non è del 100%). Per immunità crociata si intende invece quel processo, noto già dai tempi della prima vaccinazione contro il vaiolo nel XVIII secolo, per cui la vaccinazione contro un certo patogeno è in grado di “predisporre” il nostro sistema immunitario ad affrontare patogeni diversi da quelli direttamente bersagliati dal vaccino. In pratica il vaccino antinfluenzale potrebbe rendere il sistema immunitario maggiormente in grado di affrontare e sconfiggere il SARS-CoV-2.

Sempre Italia, sempre primavera 2020. Sempre nel picco della pandemia di Covid 19, lo Stato Maggiore della pseudoscienza italiana inizia la sua ennesima crociata antivaccinale, nel segno dell’interpretazione deliberatamente sbagliata dei dati e del complottismo più becero.

Il medico Giulio Tarro, alla ribalta nazionale grazie alle numerose presenze in tv in veste di “virologo anti-Burioni”, coglie la palla al balzo. Ha notato (come tutti quelli che si occupano della pandemia) una particolare incidenza e severità di Covid 19 tra le persone vaccinate contro l’influenza. Tutto vero, tranne la sua spiegazione. Secondo Tarro il coronavirus sarebbe spesso “attivato” dalla vaccinazione antinfluenzale. A conclusioni simili giunge anche il presidente dell’Ordine dei Biologi, Vincenzo D’Anna, già al centro delle polemiche per altre affermazioni scientificamente infondate su Covid 19. Antonietta Gatti e Stefano Montanari (che ci fa schifo), lasciano addirittura intendere che il SARS-CoV-2 posse essere stato iniettato direttamente insieme al vaccino antinfluenzale. Puro complottismo: Montanari e Gatti non spendono una parola per spiegare come sia possibile che un virus iniettato tra fine autunno ed inverno (quando si somministrano le vaccinazioni antinfluenzali) sia sia manifestato solo tra marzo e aprile nella maggior’parte dei casi. Incubazione di mesi? Ah, saperlo.

Ma come si spiega invece il dato dell’incidenza e della severità di Covid 19 nei pazienti vaccinati contro l’influenza? Semplicemente, la popolazione dei soggetti che riceve l’antinfluenzale si sovrappone con la popolazione dei soggetti più a rischio (la scorsa primavera) di contrarre il SARS-CoV-2 e di manifestare sintomi più gravi: anziani, malati, personale sanitario. In pratica, l’antinflenzale è somministrato alle fasce più deboli (anziani e malati) o più esposte al rischio (perosonale sanitario). Le stesse fasce di popolazione sono le più deboli ed esposte davanti a Covid 19. Nessun dato che suggerisca interpretazioni diverse e più complicate. Nessun nesso causale. Solo un po’ di buonsenso, o di onestà intellettuale nell’interpretare dei dati senza malizia.

E alla fine arriva la scienza

Mentre la pseudoscienza cerca di diffondere idee sbagliate e pericolose, la scienza lavora. Coi suoi tempi lenti – quelli che servono a produrre dati per sostenere le proprie ipotesi, invece di dire la prima cosa che ti passa per la testa – aggiunge un mattoncino alla volta alla costruzione del sapere umano. E così è notizia di questi giorni che un gruppo di ricercatori di Milano ha pubbilcato un articolo in cui si analizza la relazione tra vaccino antinfluenzale e diffusione e severità di Covid 19. I risultati sono chiari:

Nella popolazione italiana over 65, il tasso regionale di copertura vaccinale antinfluenzale è  inversamente associato con gli indici di diffusione e le conseguenze cliniche del sars-cov-2.

E cioè: nelle regioni con una più alta copertura antinflunezale tra gli over 65, il virus circola con più fatica e causa sintomi meno severi.

 

L'articolo e gli autori del gruppo di ricerca milanese
L’articolo e gli autori del gruppo di ricerca milanese

 

Correlation is not causation, ma certe volte salva le vite

Come sottolineato dagli stessi autori dell’articolo, si tratta di una pura correlazione che non è sufficiente a dimostrare un nesso di causa-effetto. Vengono però proposte alcune possibili spiegazioni per questa correlazione: oltre alla già citata immunità crociata, potrebbe avere un ruolo la prevenzione di co-infezioni di SARS-CoV-2 e virus influenzali, associate a prognosi più severa. Queste possibilità saranno sicuramente esplorate dalla comunità scientifica, alla ricerca di una spiegazione per la correlazione osservata nell’articolo dei ricercatori milanesi. Nel frattempo però i ricercatori fanno notare che, se il nesso tra antinfluenzale e resistenza a Covid 19 fosse dimostrato, il vaccino potrebbe diventare un’arma fondamentale:

è possibile stimare che un aumento dell’1% nella copertura vaccinale tra i soggetti over 65 sarebbe risultato, nell’intera popolazione italiana, in una riduzione di 78,560 soggetti positivi, 2512 ricoverati con sintomi, 353 ricoverati in terapia intensiva, 1989 morti

Solo l’1% di aumento della copertura avrebbe potuto salvare circa 2000 vite. Troppo presto per dire che tutto questo sia esattamente vero. D’altra parte questo articolo rappresenta un ulteriore punto a favore delle vaccinazioni antinfluenzali. La pseudoscienza porta avanti le sue battaglie senza preoccuparsi di fornire un singolo dato. Dall’altro lato la scienza cerca di capirci qualcosa. E di salvare vite. Nel frattempo la campagna di vaccinazioni antinfluenzale 2020/21 sta per iniziare. Sapete cosa fare.

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